Servizi educativi per la prima infanzia in Toscana: fra sviluppo e crisi.

Il 5 novembre verrà presentato, all'Istituto degli Innocenti di Firenze, l'ultimo rapporto del Centro regionale su I servizi educativi per la prima infanzia in Toscana che, con l'analisi e il commento dei dati al 31 dicembre 2012, traccia un'immagine in cui il sistema toscano dei servizi educativi tiene esi rafforza anche in tempo di crisi.

I dati più aggiornati confermano la posizione di primato della Toscana all'interno del quadro nazionale. Insieme a Umbria e Emilia Romagna, la Toscana si conferma la regione che offre maggiori opportunità a bambini e famiglie.

Il sistema integrato dei servizi educativi accoglie oltre un bambino su tre da 0 a 3 anni soprattutto in un nido, mentre si mantiene interessante, anche se in leggera flessione, l'offerta dei servizi integrativi, come lo spazio gioco e il centro dei bambini e delle famiglie. Significativa, infine, negli ultimi anni l'accoglienza di bambini “anticipatari” nelle scuole dell'infanzia, una opportunità interessante soprattutto nelle aree a scarsa densità demografica, anche se sarà necessario verificare con maggiore attenzione le condizioni di qualità che le scuole offrono a questi bambini più piccoli.

Caratteristica radicata del sistema toscano si conferma poi l'integrazione fra protagonismo pubblico e privato, in una situazione che – secondo la fotografia più aggiornata – rileva il sostanziale equilibrio fra le due tipologie di offerta, mentre continua a crescere il numero dei servizi privati che, attraverso le procedure di accreditamento e convenzionamento con i Comuni, rafforzano le potenzialità di accoglienza del sistema pubblico dell'offerta.

Un sistema così evoluto non è indenne da contraccolpi che riverberano sui servizi educativi gli effetti di una crisi economica generale che limita i poteri di spesa sia degli Enti Locali che delle famiglie. Così, i Comuni hanno difficoltà a far funzionare a pieno regime i servizi e a incrementare i finanziamenti delle convenzioni con i servizi accreditati, mentre le famiglie talvolta sono costrette a  rinunciare al nido per la difficoltà di pagare la retta.

La manutenzione del sistema, piuttosto che l'ulteriore sviluppo, sarà probabilmente la prospettiva maestra nella riprogrammazione delle politiche nel prossimo futuro.