Alla fine del 2008, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha commissionato alla Fondazione Emanuela Zancan onlus uno studio sul rischio di allontanamento dei figlidalla famiglia di origine, denominato progetto R.I.S.C..
Il problema del rischio è stato analizzato da più punti di vista:
- con un’analisi internazionale per confrontarsi con quanto accade in altri paesi
- un’analisi della letteratura italiana negli ultimi 50 anni
- un’analisi comparata della normativa a partire dagli anni ottanta
- un approfondimento sulla spesa dei comuni per interventi preventivi
- un’analisi con i referenti regionali sui temi di studio
- una sperimentazione con 6 regioni – Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Veneto - di un modello di presa in carico personalizzata e di valutazione di efficacia.
Quest’ultima ha coinvolto oltre 100 operatori che hanno valutato l’efficacia degli interventi messi in atto con circa 120 minori e i loro genitori.
La scelta di proseguire con una seconda annualità di sperimentazione è stata unanime e ha trovato il positivo consenso degli operatori coinvolti nella prima annualità, che hanno così potuto affinare le competenze metodologiche e incrementare l’appropriatezza delle scelte da sottoporre a successiva verifica di efficacia.
L’incontro, che si svolgerà a Firenze il 27 novembre 2012 presso l'Istituto degli Innocenti, intende presentare i risultati ottenuti nella seconda annualità dello studio, in cui ci si è focalizzati su un approfondimento delle condizioni di efficacia, vista la difficoltà degli operatori di gestire fattori osservabili e risultati attesi in termini di “benessere/beneficio” per il bambino e/o il genitore. Lo studio, pubblicato nei Quaderni della ricerca sociale, ha evidenziato che si tratta di un cambiamento culturale e tecnico da praticare a fronte delle diverse condizioni di bisogno, delle possibili intensità dell’aiuto e delle misure di esito e di costo che caratterizzano gli interventi per ridurre il rischio di allontanamento. La seconda annualità si è concentrata proprio sulla misurazione della efficacia e del costo/efficacia.
La possibilità concreta di indurre e sostenere dei cambiamenti positivi nella vita dei bambini e delle famiglie a rischio si può considerare un punto di partenza, ben presente nella mente degli operatori, nell’affrontare dunque il percorso del progetto Risc. Gli strumenti e gli indicatori proposti hanno contribuito a rendere più visibili ed espliciti questi cambiamenti o questi mancati cambiamenti, con un’attenzione specifica al fattore tempo.
Certamente oggi la famiglia vive una situazione di difficoltà e sempre di più bisogna individuare 'culture' e modalità di lavoro che ne sviluppino le potenzialità anche residuali, le capacità di resilienza nel fronteggiare i problemi e i legami positivi presenti.
Risc ha proposto e sperimentato un approccio integrato di sostegno e supporto alla famiglia, partendo da come essa è, rispettandola per quello che può mettere a disposizione e per quanto può rispondere, riscoprendo e favorendo un’etica relazionale comune, perché solo valorizzandone le risorse e rafforzandone l’autostima, attraverso la costruzione di contesti di vero e proprio aiuto (e non di giudizio e controllo), si può tentare di far fronte, in modo appropriato, ai nuovi e forti bisogni che emergono dai bambini, dai ragazzi, dalle famiglie e dal territorio.
Caratteristiche dei bambini e ragazzi considerati
- Nove mesi di sperimentazione, da giugno 2011 a febbraio 2012.
- Sono stati considerati 114 minori a rischio di allontanamento: 52 femmine e 62 maschi.
- Il più piccolo ha 3 mesi e il più grande 17 anni.
- Quasi la metà dei bambini è in età della scuola primaria (6-10 anni), il 21% in età della scuola secondaria di I grado (11-13), un quarto in età della scuola secondaria di II grado (14-17).
- Una minoranza è in età prescolare, da 0 a 5 anni.
- L’età media è di 10 anni.
- 94 bambini hanno cittadinanza italiana, 20 (17%) sono stranieri.
La Regione Toscana ha assunto la decisione di proseguire la sperimentazione avviata con il progetto nazionale: la deliberazione di Giunta Regionale 227/2012 prevede infatti l’estensione graduale a tutti i servizi sociali e socio-sanitari del territorio della metodologia di valutazione e presa in carico proposta dal progetto ai nuclei familiari con figli a rischio di allontanamento.