Del.C.R. 31 ottobre 2007, n. 113

Piano Integrato Sociale regionale (P.I.S.R.) 2007-2010

Il Capo 6.2 di questa delibera riguarda il tema dei “diritti dei minori”; in particolare il punto 6.2.2, tra gli strumenti per l’attuazione del diritto del minore ad una famiglia, prevede, tra l’altro, il sostegno ai processi caratterizzati dal rafforzamento della rete di rapporti e relazioni con l’Autorità Giudiziaria.

Le rilevanti modifiche e novità alla legislazione in materia di adozione nazionale ed internazionale, affermano con forza il principio del diritto del minore a vivere in un contesto familiare in grado di esprimere adeguate relazioni affettive e opportunità di crescita. Non possono tuttavia essere trascurati quegli aspetti di complessità insiti nel percorso adottivo che possono talvolta evidenziare vere e proprie difficoltà di fronte alle quali le coppie aspiranti all’adozione non devono essere lasciate sole. Nel quadro delle finalità dell’Accordo di Programma in materia di adozione del 12 novembre 2001 tra la Regione Toscana, i Comuni capofila delle zone socio-sanitarie e le Aziende Sanitarie Locali, i servizi territoriali sono chiamati a dotarsi di un assetto organizzativo ed operativo funzionale all’esigenza di offrire prestazioni che rispondano ai bisogni informativi, anche di livello preventivo, delle coppie, poiché solo attraverso un’adeguata preparazione dei futuri genitori adottivi potrà pienamente affermarsi la tutela del diritto primario del minore a crescere in una famiglia.

Tra gli obiettivi e priorità:

-  assicurare qualità ed omogeneità ai servizi per l’adozione nazionale ed internazionale, per la piena applicazione delle competenze attribuite in materia dalla legislazione nazionale ai soggetti istituzionali coinvolti nel percorso dell’adozione e per offrire alle famiglie aspiranti all’adozione sostegno concreto all’assunzione di una decisione consapevole e allo sviluppo delle competenze genitoriali.

- Assicurare, nel lungo periodo, un adeguato sostegno alla fase post adottiva, al fine di supportare la famiglia nel percorso di appropriazione del “nuovo” ruolo genitoriale anche per prevenire eventuali fallimenti adottivi.

- Farsi carico del problema dei bambini e degli adolescenti rifiutati.

 Tra gli strumenti:

- la promozione di forme di valorizzazione e sostegno della gestione associata dei servizi per l’adozione, attivando processi di verifica della tenuta del modello organizzativo di area vasta, di cui alla Delib.G.R. 12 novembre 2001, n. 1218 e successive integrazioni e modificazioni.

- il sostegno ai processi caratterizzati dalla costituzione o dal rafforzamento della rete di rapporti e relazioni tra i servizi territoriali, sociosanitari, gli Enti Autorizzati e l’Autorità Giudiziaria, al fine di garantire l’appropriatezza e l’efficacia degli interventi evitando duplicazioni, separazioni e frammentazioni che avrebbero delle ricadute negative sia sull’attività gestionale che sull’attività di sostegno alle coppie.

- la realizzazione di azioni di monitoraggio e di verifica delle varie fasi che compongono il percorso dell’adozione.

- la promozione di percorsi di aggiornamento e di formazione per gli operatori che rispondano adeguatamente alle esigenze di supporto sia sociale che psicologico necessario in ognuna delle fasi che concorrono alla costituzione e allo sviluppo della genitorialità della famiglia adottiva.

- l’attivazione di forme di conoscenza e di approfondimento dell’istituto dell’adozione e di pubblicizzazione dei servizi offerti alle famiglie aspiranti all’adozione da parte dei centri di area vasta.

- l’individuazione di un omogeneo modello di intervento sulla fase post adottiva che si sviluppi fino all’affermazione dell’autonomia della fami ha anche con la possibile valorizzazione di competenze di sostegno e auto-aiuto.

- la promozione di percorsi di aggiornamento e di formazione per gli operatori impegnati nella fase di sostegno e vigilanza post adottiva, mirati prioritariamente a sostenere i genitori nell’appropriazione di un ruolo attivo rispetto alla soluzione delle possibili difficoltà sopraggiunte.

- il sostegno alla rete di rapporti e collaborazioni tra i servizi per l’adozione e gli enti autorizzati al fine di assicurare l’appropriatezza e l’efficacia degli interventi nella fase delicata del sostegno post-adottivo.

- la formazione di competenze specifiche del personale dei centri che accolgono i bambini e gli adolescenti rifiutati.