Sempre più istruite, sono molto presenti nel mercato del lavoro, anche se in misura inferiore alla media europea, e diventano madri in età più avanzata. È il ritratto delle donne toscane delineato dal rapporto 2014 dell'Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) La condizione economica e lavorativa delle donne.
Il rapporto, suddiviso in cinque capitoli, prende in considerazione vari aspetti e cerca di evidenziare, partendo dal confronto europeo, alcuni nodi strutturali dei rapporti di genere, che emergono soprattutto in relazione al ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nella famiglia.
Il primo capitolo introduce il tema e riporta una sintesi delle principali considerazioni che scaturiscono dal lavoro di analisi svolto dall'Irpet, mentre il secondo traccia un quadro della condizione femminile toscana comparato con quella europea, anche alla luce dei nuovi traguardi stabiliti dalla strategia europea 2020.
Il terzo capitolo si concentra sulle scelte riproduttive delle donne toscane. Un tema che, spiegano gli autori del rapporto nell'introduzione, «presenta due dimensioni di interesse: quella relativa alla trasformazione delle motivazioni e dei comportamenti femminili, seguita all'innalzamento dei livelli di istruzione e all'aumento della partecipazione al mercato del lavoro, che hanno tracciato nuovi percorsi possibili di emancipazione della donna dalla famiglia d'origine; ma anche quella collettiva, che vede nella diminuzione dei tassi di natalità un serio pericolo per il ricambio generazionale».
Il quarto capitolo è dedicato al tema delle donne nel mercato del lavoro toscano e il quinto, infine, si sofferma sulle diverse condizioni che caratterizzano la vita delle donne e i rapporti familiari durante il ciclo di vita (lavoro retribuito e lavoro domestico e di cura).
Vediamo, più nel dettaglio, alcuni risultati del rapporto.
Dal confronto con gli altri Paesi europei tracciato nel primo capitolo emergono punti di forza e di debolezza. Uno dei primi riguarda l'istruzione: le donne toscane istruite, soprattutto nelle classi di età più giovani, superano i livelli medi dell'Unione europea, «da cui ci separa semmai il forte divario con i colleghi maschi, tra i quali le percentuali di laureati risultano tra le più basse». Punti di debolezza, invece, sono il progressivo invecchiamento della popolazione e un basso tasso di fertilità: «l'allungamento dell'aspettativa di sopravvivenza testimonia la qualità della vita in Toscana, ma i bassi tassi di ricambio configurano un problema di sostenibilità di un sistema in cui i giovani rappresentano sempre più una minoranza».
Riguardo alle scelte riproduttive il documento mette in luce uno slittamento in avanti dell'età media delle madri, più forte per le laureate, ma comunque presente anche tra le più giovani e le straniere. Le donne straniere continuano a diventare madri in età meno avanzata e ad avere più figli, ma la tendenza degli ultimi anni segnala un andamento via via più simile al profilo medio toscano.
Rimane forte il divario occupazionale tra i generi: il tasso di occupazione maschile raggiunge il 72,6 per cento, mentre quello femminile si ferma al 56,4 per cento. Tuttavia, la Toscana presenta tassi di attività e di occupazione femminili più elevati della media nazionale, grazie soprattutto al contributo di diplomate e laureate. Le donne lavoratrici si concentrano nel terziario, in particolare nella scuola, nella sanità e nei servizi alla persona.
L'ultimo capitolo evidenzia, da un lato, una spinta al cambiamento nella divisione dei compiti all'interno della coppia, e segnala, dall'altro, la permanenza del modello tradizionale di divisione dei ruoli all'interno della famiglia del “male breadwinner” (in cui le risorse relative al sostentamento vengono procurate dall'uomo), soprattutto in concomitanza con particolari momenti del ciclo di vita, come la nascita e la presenza di figli piccoli.
Il rapporto è stato predisposto su incarico del Settore Tutela dei consumatori e degli utenti. Politiche di genere, politiche regionali sull'omofobia, imprenditoria femminile della Direzione Generale Presidenza della Giunta Regionale.