La Regione Toscana ha ricordato la Giornata mondiale contro il lavoro minorile con un convegno “Lavoro minorile. Azioni di contrasto e promozione del benessere” che si è svolto in Consiglio regionale. L'incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, e da Grazia Sestini, Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza.
Hanno seguito gli interventi di Nicola Danti, presidente della V Commissione istruzione; Paolo Marini, presidente della Commissione istituzionale emergenza occupazionale; Maria Teresa Tagliaventi dell'Università di Firenze; Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro; Giacomo Guerrera, presidente del Comitato italiano Unicef. Le conclusioni del convegno sono state dell'assessore al Lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, e Stella Targetti, vicepresidente della Giunta regionale.
«Il lavoro minorile è un fenomeno di difficile lettura perché di solito un'azienda che fa lavorare un minore molto spesso sfugge agli organismi di controllo – ha detto il Garante per l'infanzia - In Toscana, secondo i dati della Direzione regionale del lavoro emerge un numero di minori significativo: il 36% dei minorenni lavora in condizioni di illegalità. Questo risulta tra le aziende visionate dall'Ispettorato del lavoro». Durante il 2011, in Toscana, sono state ispezionate oltre 12.500 aziende nella quali lavoravano 270 minorenni. Tra questi, 96 sono risultati irregolari.
«Il fenomeno del lavoro minorile in Toscana è rimasto sostanzialmente stabile ma può essere aggravato dalla crisi economica – ha continuato Sestini – perché in tempi di crisi il fenomeno dell'illegalità ha complice la volontà delle aziende di risparmiare ma anche la difficoltà economica delle famiglie. Però la Toscana è tra le regioni che si sono sempre battute contro lo sfruttamento del lavoro minorile».
Il convegno è stata l'occasione per sottolineare l'impegno della Regione Toscana per le strutture di accoglienza per la prima infanzia, nella formazione e nella qualificazione. «Per combattere contro il lavoro minorile – ha affermato Gianfranco Simoncini - è necessario contrastare l'abbandono scolastico e investire in formazione professionale affinché i giovani possano avere alti profili professionali».
Ha lanciato quindi la proposta di creare un patto tra Giunta regionale, Garante per l'infanzia e parti sociali allo scopo di contrastare ulteriormente lo sfruttamento del lavoro minorile. Proposta alla quale il Garante intende rispondere positivamente.
Fondamentale, nonostante la crisi, lo sforzo economico della Toscana nei servizi di accoglienza per la prima infanzia e per la scuola. Stella Targetti: «La salute di una società si vede dalla formazione nei primi anni di vita del bambino e la scuola per l'infanzia è di primaria importanza. Durante il 2011 abbiamo stanziato 5,5 milioni di euro».
Durante gli ultimi anni la situazione dello sfruttamento minorile è cambiata. Lo spiega Ernesto Caffo: «É diminuito lo sfruttamento dei bambini molto piccoli e, in alcune aree del nostro Paese, c'è un'attenzione maggiore al governo delle regole anche se in alcune zone del Mezzogiorno e nel Nord-est il fenomeno persiste tuttora e coinvolge soprattutto la popolazione straniera. C'è poi il problema dell'abbandono scolastico per entrare in un circuito del lavoro illegale, soprattutto nel Sud, dove la criminalità organizzata utilizza minorenni per attività illegali. Non dimentichiamo che i bambini tra gli 8 e gli 11 anni sono fragilissimi. Bisogna puntare sulle capacità cognitive e sociali invece di metterli davanti a un lavoro che spesso diventa una scorciatoia verso quei percorsi di marginalità e disagio».
Al termine del convegno è stato firmato il protocollo d'intesa tra Garante per l'infanzia e Unicef.
La Giornata mondiale contro il lavoro minorile viene celebrata ogni anno il 12 giugno. É stata istituita dalle Nazioni unite e dall'Ilo-Organizzazione internazionale del lavoro, per denunciare le peggiori forme di sfruttamento nel mondo a danno dei minori.
Secondo dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro, nel mondo ci sono 218 milioni di bambini lavoratori. Tra questi, le statistiche dell’ILO stimano che 115 milioni sono coinvolti in lavori pericolosi che possono pregiudicare la salute, la sicurezza e il morale dei piccoli lavoratori. (sp)