Il tema della povertà educativa è al centro del percorso tematico di approfondimento del Supplemento alla Rassegna bibliografica 2/2018. Antonella Inverno e Arianna Saulini, esperte di Save the Children, mettono in evidenza come siano più di 26 milioni i bambini a rischio di povertà ed esclusione sociale in Europa.
I fattori che influenzano il rischio di povertà minorile sono molteplici (composizione della famiglia, intensità lavorativa dei genitori, il titolo di studio o la posizione professionale del capofamiglia, l’origine straniera dei genitori…), ma alla radice del fenomeno c’è però la disuguaglianza: il 10% delle famiglie più ricche in Europa guadagna il 31% del reddito totale e possiede più del 50% della ricchezza totale.
Nel percorso di lettura si mette in relazione la povertà materiale con quella educativa evidenziando come si possa spezzare il “circolo vizioso” della povertà solo con politiche attente a “investire nell’infanzia” capaci di sostenere interventi mirati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte di bambini e adolescenti. In questa direzione si muove la “rigenerazione urbana”, diventata in poco tempo fulcro delle politiche europee e nazionali. «Dal Cultuur Park che ha rigenerato un intero quartiere operaio di Amsterdam, alla trasformazione di Eindhoven (Paesi Bassi) in città ad alta densità creativa, con un luogo come Kazerne, uno spazio culturale di 2.500 metri quadri nato da un progetto di riqualificazione dell’ex caserma della polizia, sono diverse le esperienze innovative sviluppate in Europa».
Anche in Italia non mancano esempi di iniziative locali messe in campo, anche con il coinvolgimento attivo di organizzazioni del terzo settore, mondo della scuola e altri enti, ma nonostante ciò, sostengono le autrici, «manca nel Paese una reale strategia di pianificazione di lungo periodo, che coinvolga in modo attivo bambini, bambine e adolescenti, con la conseguenza che le loro esigenze non sono tenute in considerazione negli atti regolamentari e legislativi». Chiude il percorso di lettura un’accurata e recente bibliografia sulla tematica.
Il percorso filmografico, di Annamaria Poli, docente di Cinema e arti visive dell’Università degli studi di Milano Bicocca, offre un’analisi di alcune pellicole che raccontano la povertà educativa sia di persone che vivono in condizioni di grave disagio, di ristrettezza economica, sia di personaggi caratterizzati da aridità affettiva, meschinità e di conseguenza da inadeguatezza educativa. Il contributo affronta: la povertà educativa nel cinema di impronta letteraria (si pensi alla varie versioni cinematografiche di Oliver Twist); la povertà di Charlot e la sua ricchezza educativa (Il monello di Charlie Chaplin); la povertà educativa e il cinema del neorealismo italiano; la povertà educativa e il cinema delle culture dei Paesi emergenti (una riflessione sul genere del docufilm di registi africani, del Medio e Estremo Oriente, dell’America Latina).
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