Il percorso bibliografico del sociologo Andrea Failli, dedicato agli orfani dei crimini domestici, ha un respiro molto ampio, in quanto non si limita agli orfani speciali, ma parte dal fenomeno del femminicidio analizzando gli ostacoli socioculturali alla realizzazione dell’equità di genere, la violenza di genere e quella domestica, il femminicidio e le misure di contrasto messe in atto.
Il tema non è solo analizzato da un punto di vista bibliografico, ma anche da un punto di vista statistico e normativo. Segue poi l’analisi sugli orfani speciali, anche in questo caso spaziando dalla letteratura, ai dati statistici, alle leggi e dedicando ampio spazio alla ricerca di Baldry e Cinquegrana (2015), la più importante condotta in Italia sull’argomento.
Il percorso filmografico di Anna Antonini mette in luce come il cinema abbia avuto molta familiarità con gli orfani, ma non con quelli speciali, le cui storie, quando trattate, sono un corollario alla storia della coppia protagonista della violenza. Il cinema sembra abbia trattato la condizione dell’orfano speciale con un “imbarazzato silenzio”, preferendo rimuoverla dalle scene. Solo negli ultimi anni sono state prodotte pellicole sull’argomento, pellicole di denuncia talvolta ispirate a fatti di cronaca, come I nostri figli (2018) che tratta la storia di Marianna Manduca, uccisa nel 2007, i cui figli avevano avuto un risarcimento essendo stata riconosciuta l’inerzia della magistratura dinanzi alle denunce della donna, risarcimento recentemente annullato dalla Corte d’Appello di Messina.