Il futuro che vorrei: consultazione dell'AGIA

copertina della pubblicazione Il futuro che vorrei

Il 12 giugno scorso, a Roma – sono stati presentati i risultati della consultazione pubblica Il futuro che vorrei, realizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) Carla Garlatti insieme a Skuola.net, a cui hanno partecipato oltre 6.500 giovani tra i 12 e i 18.

«Con questa consultazione – spiega la Garante nell’introduzione - non solo si è voluta fornire ai ragazzi un’occasione di ascolto e di partecipazione, ma si è anche inteso richiamare le istituzioni a una maggior attenzione verso una fascia di età troppo spesso sacrificata e che quindi si sente esclusa e non considerata».

Dalle risposte dei giovani emerge che il futuro è molto presente nei loro pensieri: ne sono incuriositi e al tempo stesso impauriti ed eccitati. Ma la condizione che vivono oggi li lascia insoddisfatti. «Ritengono che si investa troppo poco su di loro – si legge nel sito dell’Authority - e che si tutelino soprattutto le persone con un buon tenore di vita e gli anziani. Sentono i decisori politici distanti e non attenti alle loro richieste, come quella di fermare il cambiamento climatico. Ciò nonostante, non rifiutano l’impegno politico, né appaiono sfiduciati verso il futuro. In realtà pensano di poter cambiare la loro vita e il mondo, ma lontano dalla loro città, dalla regione o dal Paese».  

Il 79,9% dei ragazzi ritiene che lo Stato faccia poco per loro. Per il 21,8% il governo si dovrebbe occupare di politiche giovanili, per il 20,9% di scuola, per il 17,4% di cambiamenti climatici e per il 12,5% di politiche sociali e povertà. La visione critica non si rivolge solo al nostro Paese ma riguarda anche le politiche giovanili a livello globale: il 71,6% è convinto che non vengano garantite a tutti le stesse opportunità.

Il 78,6% pensa che “lontano da casa” potrebbe avere maggiori possibilità, sia quanto a formazione che quanto a crescita professionale e lavorativa. Uno su tre, poi, si dichiara molto convinto di avere maggiori opportunità in un’altra città, in un’altra regione o all’estero.

Le preoccupazioni sul futuro si concentrano sui cambiamenti climatici (48,3%), ma anche su diseguaglianze sociali ed economiche e guerra.

Quasi un ragazzo su tre considera la casa il luogo nel quale si sente oggi e si sentirà domani più felice e l’83% è convinto che in futuro potrà coltivare le proprie passioni. «Sulle loro scelte conta assai la famiglia: abbastanza per il 41% e molto per il 23,9%. Gli amici come punto di riferimento hanno una valenza significativa (molto o abbastanza) per il 54,1%».

La quasi totalità dei partecipanti alla consultazione (91,6%) ritiene di poter incidere sul proprio futuro e il 93,5% ha un’idea chiara su cosa vuol fare dopo la scuola: il 49,9%, in particolare, pensa di iscriversi all’università.

Il testo delle domande è stato elaborato in collaborazione con la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Authority - organismo consultivo formato da un gruppo di giovani tra i 13 e i 17 anni -, con il supporto dello psicoterapeuta Mauro Di Lorenzo.  

 

Il futuro che vorrei è disponibile al download nella sezione “Pubblicazioni” del sito dell’Agia.