La Toscana è una delle sette Regioni - insieme a Valle d'Aosta, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria e Marche - in cui risulta confermata una percentuale di copertura dei servizi educativi 0-2 anni superiore al 33%. È quanto emerge dal nuovo Rapporto annuale del Centro regionale sui servizi educativi per l'infanzia in Toscana, presentato il 19 dicembre scorso all'Istituto degli Innocenti, in occasione del seminario I nuovi dati sui servizi e sui costi per sostenere la programmazione e lo sviluppo della qualità.
Il rapporto, intitolato Il quadro dei servizi educativi per la prima infanzia in Toscana e prime evidenze e proiezioni sui costi standard dei servizi, si arricchisce quest'anno di alcune riflessioni di contesto (inserite nella prima parte del documento), che iscrivono il caso toscano nel quadro dei dati nazionali e internazionali sulla diffusione dei servizi, soffermandosi anche su alcune importanti tendenze a livello demografico, nonché sul processo di riforma in corso in Italia sullo 0-6.
La seconda parte della pubblicazione è dedicata a un approfondimento tematico sul tema dei costi standard dei nidi. Lo studio riflette un'attenzione sul tema dei costi di gestione dei servizi educativi che ha radici profonde nelle indagini realizzate nel tempo dal Centro regionale, le quali hanno non solo condotto alla stabilizzazione di un'area di rilevazione sul tema all'interno del sistema informativo regionale SIRIA, ma hanno costituito anche la base per elaborare una prima definizione di costi standard per i nidi. L'auspicio è che questo approfondimento possa essere lo spunto per un'ulteriore riflessione da svolgere in Toscana e per rilanciare l'attenzione sul tema in nuove occasioni interregionali e nazionali di incontro e confronto da programmare nei prossimi mesi.
Di seguito si riportano alcuni dati del rapporto.
Fra le diverse tipologie di strutture educative (nidi, servizi integrativi e scuole dell'infanzia) la parte preponderante dell'accoglienza è svolta dal nido d'infanzia, che conferma la sua posizione chiave nel sistema dei servizi educativi per la prima infanzia. «Il nido», si legge nel testo, «rappresenta infatti la tipologia di offerta che meglio permette di conciliare i tempi dei bambini con i tempi dei genitori. È il servizio con maggiore flessibilità organizzativa, che consente alle famiglie di scegliere tra offerte diversificate quella che meglio si concilia con i propri bisogni: tempo corto, tempo lungo e in taluni casi anche prolungamento orario».
Nell'anno educativo 2015/2016, il tasso di accoglienza del nido d'infanzia a livello regionale risulta essere pari al 28,5%, con un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente (27,2%). Resta invece stabile, al 2,6%, il tasso di accoglienza dei servizi integrativi al nido. I bambini accolti come anticipatari nelle scuole dell'infanzia incidono per un valore pari al 3,9% sull’accoglienza degli 0-2 anni, con un incremento di 0,3 punti rispetto all'anno precedente.
I servizi educativi per la prima infanzia sono, nell'anno educativo 2015/2016, 989: un dato in lieve calo rispetto all'anno precedente (quando erano 1.005), che interessa quasi esclusivamente le unità di offerta a titolarità privata (-14), le quali tuttavia si confermano prevalenti rispetto ai servizi pubblici (516 contro 473). Di queste 989 unità d'offerta 827 sono nidi d'infanzia, di cui 398 a titolarità pubblica e 429 a titolarità privata, e 162 sono servizi integrativi, di cui 75 a titolarità pubblica e 87 a titolarità privata. La flessione più evidente si registra nell'offerta relativa ai servizi integrativi.