Promuovere e rafforzare il modello regionale toscano in materia di affidamento familiare, valorizzando sia il percorso di presa in carico multiprofessionale, sia il sistema di interazioni tra gli attori che a vario titolo concorrono alla realizzazione del sistema stesso: è questo l’obiettivo del percorso formativo L’affidamento familiare in Regione Toscana: dall’analisi dei bisogni alle prospettive future, realizzato dalla Regione Toscana nel quadro delle attività del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, che ha preso il via il 14 maggio scorso, con una prima giornata di formazione ospitata dal Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti.
L’incontro, dedicato al tema Per tentativi ed errori. Quale modello operativo condiviso?, ha previsto non solo gli interventi di alcuni relatori, ma anche studi di casi, simulazioni, esercizi pratici e attività di gruppo, favorendo la creazione di un ambiente di apprendimento partecipativo e interattivo, mirato al confronto, allo scambio e alla condivisione di riflessioni ed esperienze.
La mattina di lavori - aperta da una breve presentazione di Angela Vignozzi, funzionario della Regione Toscana – ha coinvolto i partecipanti in alcune attività di gruppo ed è proseguita, subito dopo, con gli interventi di Francesca Maci e Anna Salvò, del Laboratorio di ricerca e intervento in educazione familiare dell’Università di Padova LabRIEF, che si sono soffermate su un aspetto molto importante in materia di affido: il ruolo dell’équipe multidisciplinare.
«L’affidamento familiare – ha sottolineato Maci - non è un intervento specialistico e clinico, ma è un intervento relazionale, una vicenda che riguarda l’intreccio di biografie con la sua dimensione di sofferenza. Un intervento capacitante e attivatore del contesto comunitario. In mancanza di una rete di supporto si rischia che l’affido abbia esiti negativi». Proprio qui entra in gioco l’équipe multidisciplinare, «uno spazio di pensiero, azione, confronto, costruzione, co-costruzione e accoglienza che appartiene non solo agli operatori, ma anche alle famiglie e ad altri soggetti. Uno spazio nel quale costruire progetti di affido più capaci di esprimere il punto di vista dei diversi attori coinvolti, rendendolo un percorso più accettabile, sostenibile ed efficace».
La relatrice, inoltre, ha ribadito l’importanza della partecipazione della famiglia d’origine alle decisioni che riguardano la vita dei figli, un aiuto prezioso per affrontare alcune criticità del percorso di affidamento familiare.
Salvò ha esaminato, in particolare, gli Indirizzi operativi per l’affidamento familiare, approvati con delibera della Giunta regionale della Toscana dell’11 dicembre 2023 n. 1494. Un documento che nasce dall’esigenza di rendere più omogenee le procedure operative dell’affidamento familiare attraverso la promozione di un linguaggio comune e prassi operative condivise. Nel suo intervento la relatrice ha illustrato anche uno studio di caso.
Il percorso formativo, rivolto agli operatori dell'ambito affido, prevede altri due incontri – dedicati, rispettivamente, ai temi Sensibilizzazione, Promozione e Formazione alle famiglie e Minori stranieri non accompagnati -, che si terranno il 17 giugno e il 21 ottobre 2024, sempre nel Salone Brunelleschi dell’Istituto.