Il 24 maggio scorso, nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, si è svolto il seminario regionale Dalla prevenzione delle vulnerabilità alla promozione delle potenzialità. Rimettere al centro le competenze genitoriali per costruire e rafforzare il sistema integrato delle opportunità.
La giornata di studio - promossa dall'Assessorato diritto alla salute, al welfare e all'integrazione socio-sanitaria e dall'Assessorato istruzione, formazione e lavoro della Regione Toscana con il supporto tecnico e scientifico del Centro regionale – è stata l’occasione per condividere una nuova visione regionale dei percorsi per il sostegno delle famiglie vulnerabili e favorire una riflessione su bisogni, proposte e raccomandazioni nel percorso di definizione del nuovo Piano Regionale Sociale e Sanitario Integrato.
Durante il seminario sono stati presentati gli approfondimenti confluiti nel rapporto Profili territoriali toscani nell’area infanzia adolescenza e famiglie e i progetti di sostegno alla genitorialità finanziati dalla Regione Toscana.
Il rapporto - evoluzione del report annuale sui principali interventi e servizi sociali per bambini e ragazzi in famiglia e fuori famiglia, realizzato dal Centro regionale con la collaborazione delle Zone Distretto – contiene dati su vari aspetti del lavoro sociale nell’ambito della genitorialità, fra i quali gli interventi rivolti a bambini e ragazzi a carattere diurno (affidamenti part-time, accoglienze nei servizi semiresidenziali, sostegno socioeducativo scolastico e territoriale) e gli interventi di sostegno alle famiglie.
Per quanto riguarda, ad esempio, le accoglienze nei servizi semiresidenziali, dal volume emerge che il fenomeno risulta sostanzialmente in linea con quanto registrato negli anni precedenti e si assesta intorno alle 800 unità. Rimane alta, ma decisamente meno di quanto non lo sia per gli affidamenti part-time, l’incidenza degli stranieri che si assesta intorno al 35%. Questo tipo di intervento è molto legato alla presenza o meno sul territorio o su territori vicini degli stessi servizi semiresidenziali che presentano, nel territorio regionale, una distribuzione piuttosto disomogenea. Nel 2016 ben 16 ambiti territoriali su 34 non avevano nessun minore con intervento di collocamento in semiresidenzialità.
I dati sul sostegno socioeducativo scolastico e quello socioeducativo territoriale sono nuovi nello scenario informativo regionale: non esiste una serie storica perché la rilevazione è stata ulteriormente affinata nel 2016 e non è possibile al momento capire se i fenomeni siano in crescita o in diminuzione. Di certo si tratta di numeri importanti che in entrambe le tipologie di intervento hanno coinvolto più di 2.500 minori. Nello specifico il sostegno socioeducativo scolastico ha interessato nel corso dell’intero 2016 2.825 ragazzi, di cui 708, pari al 25,1%, di cittadinanza straniera. Dato che sicuramente rimane sottostimato in quanto tre ambiti territoriali non sono riusciti a soddisfare questo tipo di informazione. I numeri del sostegno socioeducativo territoriale sono leggermente più bassi: si contano 2.695 minori coinvolti nell’arco del 2016, di cui 802, pari al 29,8%, stranieri. Anche in questo caso il dato non è completo in quanto non comprende un ambito territoriale. Per entrambe le tipologie di intervento il dato, se rapportato alla popolazione minorile residente, restituisce un tasso relativo di circa 5 minori coinvolti ogni 1.000 minori residenti sul territorio regionale.
Per quanto riguarda gli interventi di sostegno alla famiglia - oltre all’assistenza economica, che rimane di gran lunga l’intervento prevalente (9.954 nuclei e 15.456 minori coinvolti) – meritano attenzione specifica il sostegno socioeducativo domiciliare (un dispositivo di particolare rilievo che nel 2016 ha visto coinvolti 3.066 nuclei familiari con figli minori e 3.760 minori per una media di 1,2 minori coinvolti per nucleo) e altre tipologie di intervento di sostegno alle fragilità in fase precoce, rilevate a partire dal 2016: fra queste, il sostegno nelle fasi successive alla nascita, che nell’arco del 2016 è arrivato a coinvolgere sul territorio toscano 322 famiglie e 430 minori per un tasso medio regionale di poco inferiore a un minore interessato ogni 1.000 minori residenti.
La difficoltà oggettiva delle famiglie con più figli minori si riscontra anche nella lettura dei dati dei beneficiari con ratifica INPS del progetto ministeriale di sostegno per l’inclusione attiva (SIA), informazione questa che rappresenta un’altra novità del monitoraggio 2016. Le famiglie coinvolte sono state 1.005 e i minori 2.003 per una media di due minori a famiglia, dato decisamente più alto di tutte le altre tipologie di intervento. Il sostegno SIA, oltre ad essere caratterizzato da un alto numero medio di minori per famiglia, presenta anche un’altra importante caratteristica: l’alta incidenza degli stranieri. Sono 456 le famiglie straniere beneficiarie (45,4% del totale), mentre tra i minori la stessa incidenza percentuale sale addirittura al 50,9%.
Dalla presentazione dei progetti di sostegno alla genitorialità è emersa la grande attenzione al tema della Regione Toscana: il programma nazionale P.I.P.P.I., a cui la Regione partecipa, ha consentito il confronto degli operatori con metodologie e strumenti nuovi scientificamente validati nel lavoro preventivo con le famiglie, mentre gli altri progetti – finanziati con fondi erogati dal Dipartimento per le politiche della famiglia e fondi regionali integrati - hanno permesso di sperimentare pratiche innovative di sostegno alla genitorialità in fase precoce, in una logica di integrazione delle politiche e degli interventi. Il programma P.I.P.P.I., promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e realizzato in collaborazione con l'Università di Padova e altre realtà, mira a prevenire l'allontanamento dei minori con un approccio innovativo di presa in carico del nucleo familiare.