Il Parlamento europeo chiede:
- alle Autorità Nazionali competenti di riferire periodicamente allo Stato membro di origine circa lo sviluppo di bambini e adolescenti che sono stati oggetto di un’adozione internazionale;
- agli Stati membri di riconoscere le implicazioni psicologiche, di tipo emotivo, fisiche e socio-educative che possono verificarsi quando un bambino viene allontanato dal nucleo familiare d’origine e di fornire adeguata assistenza ai genitori adottivi e al bambino adottato e di prestare particolare attenzione ai bambini con particolari necessità;
- alle Istituzioni dell’UE e agli Stati membri di partecipare attivamente alla lotta contro la tratta dei minori a scopo di adozione. Chiede che si studino soluzioni giuridiche finalizzate a facilitare il reciproco riconoscimento dei documenti necessari per l’adozione, al fine di prevenire la tratta dei minori a scopo di adozione.
Pur riconoscendo che in materia di adozione la competenza spetta ai singoli Stati, l’Unione ha ritenuto opportuno invitare gli Stati membri ad esaminare la possibilità di coordinare, a livello europeo, la normativa che regolamenta l’istituto dell’adozione internazionale. Uno degli aspetti maggiormente innovativi della risoluzione è quello dell’invito – attraverso il coordinamento a livello europeo delle leggi, delle prassi, delle strategie e delle politiche in tema di adozione internazionale – a creare, in qualche modo, uno “standard europeo” per l’adozione internazionale.
Nella Risoluzione viene chiesto alle istituzioni dell’Unione Europea di svolgere un ruolo più attivo al fine di migliorare, semplificare e agevolare le procedure di adozione internazionale impegnandosi a salvaguardare i diritti dei minori provenienti da paesi terzi.