L'attività di documentazione del Centro regionale

Il Centro regionale di documentazione per l’infanzia nasce con  L.R. n. 31 del 2000; le sue attività vengono affidate all'Istituto degli Innocenti. L'obiettivo è quello di assicurare una specifica e coordinata azione di supporto all'attuazione della programmazione regionale integrata con particolare riferimento allo sviluppo dei processi di riforma promossi dalla Regione Toscana nel settore minori e famiglia.

L'impegno della Regione nell'ambito delle politiche di tutela dei diritti dei minori e delle famiglie risale agli inizi degli anni '90, quando, fra le prime regioni in Italia, decide di affidare all'Istituto degli Innocenti compiti di studio, ricerca, documentazione e sperimentazione sulle problematiche relative ai servizi sociali ed educativi destinati ai bambini e alle famiglie (L.R. n. 45 del 1990). Lo scopo primario è quello di favorire la formazione e l'aggiornamento professionale di quanti, sul territorio regionale, operavano nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza. In questo contesto nasce il Bollettino bibliografico infanzia, adolescenza, famiglia (pubblicato dal 1993 al 1999), un primo strumento di informazione bibliografica sulle pubblicazioni italiane aventi per argomento l’infanzia e l’adolescenza e destinato a favorire un'ulteriore qualificazione professionale a tutti coloro che operano nei servizi alla persona, in particolare quelli rivolti ai minori.

Dal 2000, con l'istituzione del Centro regionale, le attività della  Regione Toscana in questo ambito si inseriscono nel sistema di documentazione previsto dalla L. 451/97, legge con cui il Governo italiano risponde agli impegni posti dalla Convenzione ONU sui diritti dei bambini del 1989 in merito alla conoscenza della reale condizione dei bambini e degli adolescenti e delle misure concrete da adottare per l’affermazione dei loro diritti. Oltre alla Commissione parlamentare e all’Osservatorio nazionale, tale legge istituisce il Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza, favorendo inoltre anche la nascita di osservatori e centri di documentazione di livello regionale per incentivare i flussi di informazione e di documentazione su questi temi tra il livello centrale e quello periferico. In seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione, che attribuisce alle Regioni potestà esclusiva in materia socio-assistenziale e all'entrata in vigore della legge di riforma dei servizi sociali L. 328/2000, lo stato della progettazione delle politiche a favore dei soggetti in formazione risulta estremamente vario. Come le politiche sociali in questi anni hanno subito un forte decentramento, così le informazioni su queste risultano fortemente decentrate e capillari. Tuttavia la comune sensibilità e attenzione verso le tematiche dell'infanzia e l'adoelscenza hanno garantito la continuità della collaborazione fra Centro regionale e Centro nazionale, favorita dalla possibilità di condividere strumenti, metodi e risorse documentarie e informative.