Venerdì 17 febbraio, alle ore 16.30, presso la Sala delle Feste di Palazzo Bastogi, si terrà la presentazione del libro Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale di Vinicio Ongini, un racconto-inchiesta sulla realtà della scuola di oggi.
Daniela Lastri, Consigliera Regionale, introdurrà e coordinerà gli interventi che seguiranno ai saluti di Stella Targetti, Vicepresidente della Regione Toscana, e di Angela Palamone, Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale.
Vinicio Ongini, responsabile dell’Ufficio Integrazione alunni stranieri del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è stato tra i primi a prefigurare lo scenario di una scuola multietnica, in tempi in cui il termine era ancora un neologismo. È iniziato allora il suo viaggio attraverso le scuole italiane, con in testa una domanda a fargli da bussola: cosa si guadagna, se si guadagna, con gli alunni stranieri a scuola?
Esplorando il variegato e multiforme mondo della scuola moderna, dalle scuole delle valli del cuneese a quelle del quartiere Ballarò di Palermo, dall'asilo multietnico di Bologna a quelle toscane che mandano i professori in Cina insieme ai loro studenti, l'autore confessa di aver "scoperto subito cose molto interessanti".
Ad esempio, che "la motivazione degli studenti stranieri è superiore a quella di molti coetanei italiani"; o che il problema non sono gli stranieri, sono gli "altri", gli italiani - come ha risposto, alla sua domanda su come andava il lavoro didattico nelle classi, un'insegnante di una scuola del centro storico di Palermo, che conta circa cinquecento alunni di cittadinanza non italiana.
Ha scoperto che in alcune scuole del nord esiste la realtà degli indiani sikh, con il 'culto dell'essere bravi a scuola'; che gli stessi studenti indiani sikh giunti dalle campagne lombarde hanno permesso ai sindaci di due piccoli comuni della pianura padana di tenere aperte le rispettive scuole. E lo scenario non cambia spostandosi al sud: la stessa cosa è accaduta in Calabria, con l'arrivo di piccoli rifugiati dal Kurdistan e dall'Afghanistan.
Nel suo libro, Vinicio Ongini fa parlare i protagonisti della scuola italiana multiculturale: bambini e insegnanti, presidi, studenti, genitori, ma anche persone comuni, non necessariamente 'implicate' in quel mondo - il gelataio del quartiere, la tabaccaia di fronte alla scuola, la signora torinese immigrata in Calabria. E come lui stesso dichiara, ne scaturisce il miglior racconto intorno alla scuola attuale in generale: una scuola dignitosa ma quasi invisibile, una scuola normale, che costruisce giorno per giorno, con i materiali che ha a disposizione. Una scuola intenta a valorizzare azioni e progetti già virtuosi, in contrapposizione a tante definizioni e racconti spesso fuorvianti.
Tullio De Mauro, nella sua prefazione al libro lo ribadisce: "Vinicio Ongini va al concreto e viaggia attraverso le scuole italiane documentando difficoltà, scacchi e successi della scuola multiculturale. Chi, dall'informazione corrente, è frastornato da notizie di casi di xenofobia farebbe bene a seguirlo nel suo viaggio, a leggere i suoi concreti e suggestivi 'casi di studio'. Se un rimprovero si può muovere alla nostra scuola è che non sempre essa è ben consapevole di quanto ha fatto, sa fare e fa per l'intero Paese. Il libro di Ongini, tra gli altri meriti, può essere d'aiuto, può stimolare il giusto orgoglio della nostra scuola pubblica".
Il libro è edito dalla casa editrice Laterza, nella collana i Robinson/Letture.