Il 20 novembre scorso, durante l'evento online La promozione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti ai tempi dell’emergenza sanitaria: un impegno da continuare a perseguire con costanza e rinnovata intensità, è stato presentato il video Essere ragazze e ragazzi in Toscana. Qualità della vita, relazioni e spazi decisionali, che sintetizza alcuni dei risultati più importanti della ricerca Essere ragazze e ragazzi in Toscana. Un’indagine campionaria realizzata dalla Regione Toscana ogni tre anni con la collaborazione dell’Istituto degli Innocenti attraverso il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, che coinvolge circa 12 mila ragazze e ragazzi di 11-17 anni delle scuole di primo e secondo grado. Gli ultimi dati sono del 2018; l'aggiornamento 2020, in corso, dedica un approfondimento specifico a tutte le conseguenze dell’emergenza sanitaria.
L'evento online è stato organizzato dalla Regione Toscana in collaborazione con il Centro regionale in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre.
Il video anticipa l’uscita del volume che a distanza di due anni dalla prima ricerca indaga su alcuni temi importanti quali gli stili di vita, le speranze e le paure nonché le aspettative future di preadolescenti e adolescenti toscani.
La numerosità del campione permette di avere stime significative per ognuna delle 26 zone distretto toscane.
Tra gli argomenti trattati nell'indagine ci sono le amicizie e la qualità del rapporto con i pari. Circa il 70% dei ragazzi dice di avere molti amici con un “Indice di benessere relazionale con i pari” IBRP – coloro che si dichiarano molto soddisfatti delle amicizie – del 55%. Inoltre, Il 96% fa cose divertenti insieme, il 94% si aiuta reciprocamente in caso di bisogno, l’86% riesce a parlare di tutto con i coetanei, l’81% si sente libero di parlare di cose che lo preoccupano veramente e il 92% è sicuro che nei momenti di difficoltà può contare sull’aiuto degli amici.
Sulla stessa linea è calcolato l’“Indice di benessere relazionale con i genitori” - anche in questo caso coloro che si dichiarano molto soddisfatti del rapporto – pari al 57%, con differenze significative tra i più piccoli della scuola di primo grado (66%) e i più grandi della scuola di secondo grado (48%).
La modalità con la quale abitualmente si raggiunge la scuola, a piedi, in macchina, in autobus o quant’altro è strettamente legata all’età dei ragazzi. Se per i più piccoli l'opzione più ricorrente è l’utilizzo dell’auto di famiglia (40%), per i più grandi prevale l’utilizzo dei mezzi di trasporto urbano (28%).
Su una scala da 1 a 10 i ragazzi sono molto severi sui luoghi dell’edificio scolastico che frequentano, mediamente con una valutazione complessiva appena sopra la sufficienza (6,2). Il livello medio più alto di gradimento spetta alla soddisfazione nei confronti dei compagni (7,7), mentre la soddisfazione per quanto apprendono a scuola ha un valore medio complessivo di 7 ed è più bassa la valutazione del rapporto con gli insegnanti, che complessivamente ha un valore medio regionale di 6,4.
I ragazzi offrono anche un interessante punto di vista su come si percepiscono. La metà si dichiara abbastanza soddisfatta del proprio aspetto, ma una cifra significativa (30%) invece non lo è. Insicurezze che aumentano se si pensa che 9 ragazzi su 10 si sentono fragili e senza tutele.
Sono molto decisi i ragazzi nell’identificare quelle che per loro sono le cose importanti nella vita: il 97% dice il “rispetto per gli altri”, il 96% sia la “lealtà” che la “realizzazione” e il 91% il “rispetto delle regole”.
Se poco meno della metà dei ragazzi (46%) dice di non sapere ancora cosa fare da grande, il 15% si vede medico, l’11% ingegnere, il 10% insegnante, il 7% avvocato, ecc.
Fuori della scuola il tempo trascorso a guardare la televisione è mediamente di quasi 2 ore al giorno, mentre è più di 2 ore il tempo dedicato a chat, web e videogiochi.
Tra i ragazzi intervistati il 68% è stato almeno una volta testimone di atti di bullismo, mentre le vittime sono il 27%.
L’obiettivo prioritario del video è quello di tradurre tutti questi dati in un linguaggio semplice e accessibile in modo da raggiungere le ragazze, i ragazzi e le famiglie, destinatari principali di questa indagine.