L'idea di organizzare dei #contest e delle #battle on-line destinate a rapper emergenti nasce all'inizio delle restrizioni, con l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani sulla necessità di restare a casa e di promuovere nuove forme di partecipazione on line e espressione della creatività. Ci siamo ben presto resi conto che la consapevolezza dei ragazzi era alta, come anche il loro desiderio di partecipare. Per un adolescente “frequentare” i coetanei rappresenta un aspetto fondamentale per la crescita e il benessere; un bisogno più forte rispetto alle altre fasce d'età, in quanto gli amici hanno un ruolo centrale nella costruzione dell'identità, mentre diminuisce il ruolo centrale che la famiglia ha avuto fin'ora.
La scelta di puntare sulla musica RAP risponde al tentativo di favorire l'inclusione utilizzando il linguaggio degli adolescenti, che in questa fase sono fortemente attratti dal genere musicale del RAP e dell'hip hop in tutte le sue sfaccettature (djing, graffiti, break dance). Gli adolescenti hanno mostrato di avere più risorse a disposizione per affrontare questo periodo di molti adulti: prima fra tutte l'elevata capacità di utilizzare i social, in particolare Instagram, e la capacità di sfruttarli in tutte le loro più complesse funzionalità. Nel corso di questi ultimi anni inoltre abbiamo assistito, lavorando a contatto con gli adolescenti, a una tendenza verso la diminuzione dei contatti sociali, del desiderio di esplorare l'ambiente, che in alcuni casi diventava ritiro dalla vita sociale, fino ai livelli estremi di isolamento, rifiuto di recarsi a scuola e confinamento nella propria camera. Oggi viviamo nella situazione paradossale per cui quello che era considerato un comportamento fortemente problematico, come il non voler uscire di casa, diventa un comportamento da prendere a esempio, auspicabile, obbligatorio. Per un adolescente degli anni '80 e '90 stare a casa avrebbe significato perdere i contatti con i propri coetanei, con la comunità scolastica, con le attività ludiche e ricreative. Gli adolescenti e i giovani oggi sono invece capaci di stare in contatto, si isolano nelle loro camere per connettersi tramite videogiochi on line o social network. Nelle loro camere interagiscono con i compagni, fanno nuove conoscenze, partecipano a video lezioni con gli insegnanti, possono fare sexting con le proprie fidanzate.
Quando pensiamo che questa fase sia più difficile per gli adolescenti probabilmente proiettiamo le nostre paure rispetto a come ci ricordiamo la nostra adolescenza, perché se c'è una fascia d'età più preparata a affrontare il distanziamento sociale e adattarsi alle relazioni virtuali è proprio quella e come adulti possiamo solo imparare da loro. Il ruolo degli operatori di strada è quello di promuovere processi di aggregazione positiva, puntando sulle loro competenze e risorse e stimolando l'inclusione e la più ampia partecipazione attraverso idee e risorse progettuali e tramite la cura della relazione con loro anche se on line.
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